giovedì 27 novembre 2008

La Dittatura in Italia 2



Come nasce una dittaura di destra? Come fa un partito che fà una politica di violenza e repressione a salire al potere di una nazione democratica, benestante ed istruita? E come fa quello stesso governo a non far nemmeno capire a molti italiani che non siamo più in democrazia ma in dittatura? La risposta, secondo me, la si può trovare in questo scritto di Gramsci.

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

11 febbraio 1917

In poche parole, se cercate il colpevole, non c'è che da guardarsi allo specchio.

domenica 23 novembre 2008

La Crisi non Esiste



La crisi non esiste, nessuno ne parla. Perchè? Perchè quando in questo paese un rumeno stupra una donna italiana per un mese veniamo martellati da Tv e giornali sull'ultimo stupro di queso o quell'immigrato ed adesso che le piccole imprese stanno chiudendo a raffica non dicono niente? Certo ogni tanto si sente un lontano eco, sui giornali di questo o quella grande industria che ha chiuso i battenti, ma l'attenzione mediatica è sempre spostata su cose più "importanti", come il caso Villari, che secondo Veltroni è l'uccisione della democrazia in Italia (quello, mica la cancellazione del voto di preferenza). E se si parla di crisi si parla sempre dei capi di stato o dei ministri del tesoro che si riuniscono in importanti riuniuni di vertice per decidere il prestito a tal dei tali grande banchiere o industriale, senza pensare che l'attuale crisi si fonda proprio sui giochi speculativi di banche e grandi industrie. Non si parla mai, invece, delle piccole fabbriche che stanno chiudendo delle migliaia di persone che stanno perdendo il lavoro o che prima stavano bene ed adesso con lo stipendio dimezzato sono sotto la soglia della povertà. Su queste cose l'attenzione mediatica non c'è, perchè? Perchè forse farebbe ragionare le persone su come l'attuale governo sia totalmente incapace di affrontare l'attuale crisi? Tutti gli stati europei hanno raddoppiato i fondi alla ricerca, dalla Francia alla Romania, e il nostro governo invece produce geniali manovre economiche come la Gelmini, e dà subito i soldi alle banche, sull'unghia, senza pensarci due volte, mentre in america GM rischia seriamente di fallire ed il congresso americano temporeggia da un mese ormai sul dare soldi pubblici a chi la crisi l'ha creata. Gli incapaci al governo. Io non li ho votati, quindi non voglio pagare per la loro inettitudine.

domenica 16 novembre 2008

Università: Ascensore Sociale



La conoscenza in ogni sua forma è un'arma potentissima, perchè ci rende autonomi, indipendenti, capaci di riconoscere il bene dal male e quindi di muoverci bene all'interno della nostra società. Tutto questo rende un cittadino difficilmente manovrabile dal punto di vista del potere. L'Italia oggi è praticamente una dittatura di fatto, ed in una dittatura di fatto la regola numero uno del potere, che in una democrazia non sarebbe accettabile, qui inizia a farsi sentire. La regola è che il potere conserva sè stesso. Ed è proprio in questa otticca che l'università ed un buon sistema scolastico in Italia oggi non esistono, perchè un cittadino colto ed istruito non è un cittadino gradito ai nostri politici. La mossa di piegare in due l'università coi tagli per poi far alzare le rette serve solo a mandare all'università coloro che hanno i soldi (e quindi il potere), mentre chi non ce l'ha resta tagliato fuori ed in questo modo il primo significato della scuola ovvero l'istruzione e l'ascesa sociale non sparisce sulla carta, ma di fatto diventa impossibile. Esattamente come la democrazia italiana.

venerdì 14 novembre 2008

Sentenze Diaz: VERGOGNA



Il massacro ci fù, ma scagioniamo i massacratori. Questo è il senso della sentenza Diaz. 38 anni di condanne di cui 35 sono stati cancellati grazie all'indulto. Su 29 condanne richieste solo 13 sono state accolte e di quelle 13, tutte sono di poliziotti che quella notte erano lì a manganellare e nessuna per chi i poliziotti ce li ha mandati. Durante il processo poi è stata utilizzata qualsiasi menzogna pur di far passare la celere da boia a giustiziere. È stato dimostrato che l'accusa della poilizia agli occupanti della Diaz di aver attaccato ubna volante era falsa, così come lo erano le finte molotov che la polizia ha "ritrovato" nella scuola. Ed infine questa sentenza che è uno sputo in faccia a tutti quelli che credono ancora nella giustizia. Condannare gli esecutori materiali senza condannare i mandanti, come se i poliziotti quella notte si fossero mossi di loro iniziativa senza ricevere ordini, se non è ipocrisia questa non capisco cosa lo possa essere. Tutto questo mostra solo come il governo Berlusconi stia portanto avanti la sua politica violenta e fascista nei confronti di ogni forma di dissenso.

«Giustizia non è stata fatta»

domenica 2 novembre 2008

La Dittatura in Italia



Berlusconi è sottovalutato, sembra incredibile ma se ci fermiamo a pensare è la verità. Se io dicessi che oggi in Italia c'è una dittatura, quanti di voi penserebbero per lo meno "adesso non esageriamo"? E così lui vince, vince perchè sta instaurando una dittatura ma nessuno lo può dire perchè nessuno ci crede veramente. Ma Berlusconi è furbo e molto intelligente, quanti di noi pensano che i tagli alla scuola pubblica, passati con la riforma Gelmini, siano stati fatti per avere i soldi per pagare la crisi? Praticamente tutti da destra a sinistra. Per questo lui vince, vince perchè così ci ha inagannati tutti. La verità è che i tagli alla scuola pubblica sono stati fatti con la SCUSA della crisi economica e non per essa. Se le mie parole vi convincono poco lo faranno sicuramente di più quelle di Piero Calamandrei, socialista italiano del dopoguerra.

"Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in un alloggiamento per manipoli; ma vuole istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia perfino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di stato. E magari si danno dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo apertamente trasformare le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tenere d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi, ve l'ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico.

Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"

(in Scuola Democratica, 20 marzo 1950.)